Tecarterapia: a cosa serve, come funziona, benefici, alternative

01/04/2025

15 min

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Revisione scientifica dei contenuti a cura del dottor Luca Manganiello.

Tecarterapia: a cosa serve, come funziona, benefici, alternative
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01. Che cos’è la tecarterapia?

La tecarterapia è una terapia elettromedicale innovativa e non invasiva, sempre più utilizzata in fisioterapia e medicina riabilitativa per il trattamento delle patologie infiammatorie e dolorose dell’apparato muscolo-scheletrico. Grazie all’azione profonda e selettiva delle onde elettromagnetiche, la tecar è in grado di stimolare i naturali processi riparativi dell’organismo, favorendo il recupero funzionale in tempi ridotti.

È indicata sia nelle fasi acute sia croniche di disturbi articolari, muscolari o tendinei. Questa metodica si distingue per la sua efficacia nel ridurre dolore, infiammazione e rigidità, migliorando al contempo il metabolismo cellulare e la circolazione sanguigna. In ambito sportivo e clinico, rappresenta oggi uno degli strumenti più apprezzati per la riabilitazione di traumi, sovraccarichi e lesioni, grazie anche alla sua elevata tollerabilità e sicurezza [1].

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02. Quali sono i benefici della tecarterapia?

La tecarterapia apporta numerosi vantaggi terapeutici grazie all’azione sinergica dell’energia elettromagnetica applicata ai tessuti. Tramite uno strumento dotato di due componenti metalliche (elettrodo attivo e piastra passiva) a contatto con la pelle, si crea un passaggio di corrente nella zona trattata che stimola diversi meccanismi fisiologici. 

I benefici principali comprendono:

  • aumento del flusso sanguigno: l’incremento della vasodilatazione favorisce l’apporto di ossigeno, nutrienti e sostanze metaboliche essenziali, accelerando la rigenerazione cellulare e il processo di guarigione;
  • effetto drenante: il miglioramento della circolazione stimola il drenaggio dei liquidi stagnanti, come ematomi e secrezioni infiammatorie, contribuendo a ridurre edema e gonfiore nella zona interessata;
  • rilassamento muscolare: l’aumento di temperatura indotto dalla tecar produce un effetto miorilassante, utile per sciogliere le contratture e alleviare la rigidità muscolare, facilitando il recupero funzionale;
  • azione analgesica: la modulazione delle fibre nervose e la riduzione della sensibilità al dolore permettono di alleviare il dolore in tempi brevi, spesso già dalla prima seduta;
  • stimolazione della rigenerazione tissutale: il calore e la corrente elettromagnetica favoriscono l’attivazione dei fibroblasti e la sintesi di collagene e fattori di crescita, accelerando i processi di riparazione dei tessuti danneggiati;
  • miglioramento della permeabilità capillare: l’alta frequenza applicata riequilibra la permeabilità dei capillari e delle membrane cellulari, stimolando l’attività linfatica e contribuendo alla rimozione delle scorie metaboliche;
  • sblocco delle articolazioni rigide: l’effetto iperemico, cioè l’aumento del flusso di sangue nei tessuti, è particolarmente utile per sciogliere rigidità articolari dovute a immobilizzazione prolungata, contratture o strappi muscolari [2].

03. In quali condizioni viene utilizzata la tecarterapia?

La tecarterapia può rivelarsi efficace nella gestione del dolore, nel rilassamento muscolare e nella stimolazione della rigenerazione tissutale, anche in seguito a interventi chirurgici o traumi sportivi.

Le condizioni più comunemente trattate includono:

  • lesioni muscolari: contratture, stiramenti, strappi e infiammazioni da trauma o da sovraccarico funzionale;
  • tendinopatie: tendinite della cuffia dei rotatori, tendinite rotulea, tendinite achillea, epicondilite (gomito del tennista) ed epitrocleite (gomito del golfista);
  • disturbi articolari: borsiti, capsuliti adesive, gonalgie e artrosi articolare (anca, ginocchio, spalla). Diversi studi clinici hanno dimostrato che la tecar riduce il dolore e migliora significativamente la funzionalità e la mobilità della spalla in pazienti con sindrome da impingement della spalla e capsulite adesiva [3];
  • dolore vertebrale: lombalgia, cervicalgia, rigidità muscolare e posturale della colonna;
  • trauma distorsivo;
  • riabilitazione post-chirurgica: recupero funzionale dopo interventi ortopedici (per esempio protesi, artroscopie, ricostruzioni tendinee o legamentose);
  • sindrome del tunnel carpale e disturbi da compressione nervosa: uno studio pubblicato lo scorso 19 marzo ha mostrato che la tecarterapia ha prodotto miglioramenti significativi nella riduzione del dolore, parestesie e nella funzionalità della mano, valutati attraverso il VAS e Boston Carpal Tunnel Questionnaire. È stata osservata anche una diminuzione temporanea della sezione trasversale del nervo mediano, sebbene gli effetti siano risultati meno duraturi rispetto all’ultrasuono [4];
  • infiammazioni croniche o recidivanti (fascite plantare, metatarsalgia, sindromi miofasciali).

Questa terapia aiuta a ridurre il dolore, stimolare il metabolismo cellulare e favorire la guarigione dei tessuti, migliorando il recupero funzionale in tempi brevi.

04. Come funziona la tecarterapia?

La tecarterapia è una tecnologia elettromedicale avanzata che sfrutta il principio della termoterapia endogena: genera calore all’interno dei tessuti biologici, utilizzando corrente alternata ad alta frequenza (generalmente tra 300 kHz e 1,5 MHz). A differenza di laser, infrarossi o ultrasuoni che riscaldano dall’esterno, la tecar attiva un riscaldamento interno controllato, stimolando il metabolismo cellulare e la risposta rigenerativa dell’organismo.

Il trattamento si basa su un circuito elettrico formato da due elettrodi (uno attivo e uno di ritorno) applicati sulla pelle: questa corrente crea un movimento di cariche naturali nei tessuti, che aumenta la temperatura, riattiva la microcircolazione, migliora l’ossigenazione e favorisce lo scambio cellulare.

I principali effetti biologici includono:

  • riduzione del dolore (effetto analgesico) grazie alla modulazione delle terminazioni nervose;
  • stimolazione della circolazione linfatica e venosa, utile per drenare edemi, infiammazioni o ematomi;
  • rilassamento muscolare profondo (effetto decontratturante), indicato per rigidità e contratture;
  • attivazione della produzione di collagene (neo-collagenesi), essenziale per la rigenerazione dei tessuti lesionati.

Grazie a questi effetti combinati, la tecarterapia favorisce una guarigione più rapida e duratura, migliora la funzionalità muscolare e articolare, ed è oggi considerata una delle terapie più efficaci per il trattamento del dolore e per il recupero fisico in ambito sportivo e riabilitativo [5].

05. Qual è il processo tipo di una seduta di tecarterapia?

Durante una seduta di tecarterapia, il paziente viene fatto sdraiare su un lettino in posizione comoda, a seconda dell’area da trattare.

La seduta inizia con l’applicazione di una crema neutra e anallergica sulla zona interessata, che funge da conduttore e consente una corretta trasmissione dell’energia. Lo specialista posiziona quindi due componenti fondamentali: il manipolo attivo (capacitivo o resistivo) e la piastra metallica di ritorno, posta in opposizione rispetto alla zona trattata, così da creare un circuito attraverso il quale si sviluppa il campo elettromagnetico ad alta frequenza.

L’operatore fa scorrere il manipolo sulla cute con movimenti lenti e controllati, stimolando la produzione di calore endogeno nei tessuti sottostanti. Questo processo attiva i naturali meccanismi riparativi, migliora la circolazione sanguigna e linfatica, e favorisce l’eliminazione dei cataboliti infiammatori, contribuendo alla riduzione del dolore e alla rigenerazione cellulare.

Tecarterapia: cos’è, a cosa serve | Doctolib

La regolazione dell’intensità dell’energia trasmessa viene effettuata in base alla patologia trattata e alla profondità dei tessuti da raggiungere. I manipoli, disponibili in diverse forme e dimensioni, permettono di intervenire su distretti corporei differenti: dalla zona cervicale alla colonna lombare, fino a piedi, mani, articolazioni periferiche o muscoli profondi.

È importante sottolineare che la tecarterapia può essere efficace anche in assenza di una sensazione percepibile di calore, grazie all’effetto biostimolante dell’energia erogata. Questo conferma quanto sia determinante la competenza dell’operatore, che deve conoscere a fondo i parametri terapeutici e la geometria di applicazione più adatta per ottenere i migliori risultati.

Una seduta ha una durata media di 25 minuti [6].

06. La tecarterapia è dolorosa o comporta disagio?

La tecarterapia non è dolorosa. Durante il trattamento, è possibile avvertire una sensazione di calore o un lieve formicolio nella zona trattata.

L’impiego della tecarterapia è sottoposto alla valutazione di fisiatra e fisioterapista in caso di gravidanza, in presenza di protesi o parti metalliche nella zona da trattare, problemi di circolazione, problemi cardiaci, bassa o alta pressione. In presenza di neoplasie, non è possibile effettuare il trattamento [7].

07. Quali sono le controindicazioni alla tecarterapia?

La tecarterapia non presenta particolari controindicazioni e rischi. Si tratta di una procedura sicura e non invasiva. Esistono due categorie differenti per inquadrare le controindicazioni della Tecar.

  1. 01Controindicazioni assolute: si riferiscono a tutti quei pazienti per i quali il trattamento è da evitare. Tra questi rientrano le donne in gravidanza, i soggetti con patologie oncologiche e i portatori di pacemaker.
  2. 02Controindicazioni relative: vanno valutate dall’operatore in base ai singoli casi clinici come in caso di epilessia, infezioni, patologie dermatologiche, lesioni cutanee, gravi malattie sistemiche o per chi sta assumendo una terapia anticoagulante.

Il trattamento è sconsigliato anche per i bambini, perché i tessuti biologici sono ancora in fase di crescita, ed è quindi preferibile ricorrere a un’altra terapia.

La tecarterapia è un trattamento sicuro e che viene eseguito solo dopo un’attenta valutazione del professionista, indispensabile per avere un quadro completo della patologia, di come questa si sia manifestata e di come trattarla [8].

08. Dopo quante sedute di tecarterapia si possono notare miglioramenti?

I miglioramenti con la tecarterapia possono essere percepiti già dopo poche sedute, soprattutto nei trattamenti del dolore acuto o di patologie muscoloscheletriche infiammatorie.

L’efficacia dipende da vari fattori, quali: 

  • tipologia di disturbo; 
  • gravità della condizione;
  • cronologia del dolore;
  • risposta individuale del paziente.

Secondo una revisione sistematica pubblicata sul Journal of Biomedical Science and Engineering nel 2023, la tecarterapia produce risultati clinicamente rilevanti già dopo tre-cinque sedute, con una riduzione del dolore, aumento della flessibilità muscolare e miglioramento della funzionalità articolare. Si è osservato che nei tessuti sani si ottiene una migliore vascolarizzazione, mentre in quelli danneggiati si registrano effetti biostimolanti e analgesici precoci​ [9].

Nella gestione della lombalgia cronica, uno studio comparativo ha dimostrato che un ciclo di sei sedute di tecar (svolto in tre settimane) produce un calo significativo della sintomatologia dolorosa, con risultati equiparabili a metodi più invasivi​ [10].

Nei pazienti con fratture vertebrali osteoporotiche, trattati in regime ambulatoriale, è stato riscontrato un miglioramento sostanziale nel controllo del dolore dopo circa 20 sedute, distribuite su sei settimane. I pazienti che hanno ricevuto tecar in combinazione con terapia farmacologica e fisioterapia hanno riportato una riduzione del dolore del 70% secondo la scala VAS, superiore rispetto a chi ha seguito solo il trattamento standard​ [11].

09. Quali sono le alternative alla tecarterapia per il trattamento delle stesse condizioni?

La tecarterapia è una tecnologia avanzata nel campo della riabilitazione, ma non rappresenta l’unica opzione disponibile per il trattamento del dolore muscoloscheletrico, dell’infiammazione e delle lesioni dei tessuti molli.

Esistono infatti diverse terapie fisiche alternative, ciascuna con meccanismi d’azione specifici, indicazioni cliniche e livelli di efficacia variabili in base alla patologia.

Tra le principali alternative troviamo:

  • laserterapia ad alta intensità (HILT): impiega fasci di luce coerente per indurre effetti analgesici, antinfiammatori e biostimolanti. È spesso utilizzata in combinazione con altre tecniche, compresa la tecar, per potenziare i risultati su tendinopatie, artralgie e lesioni muscolari. A differenza della tecar, è più localizzata e si basa sull’uso di luce laser a bassa intensità per stimolare le cellule.
  • Magnetoterapia: è una tecnica che si avvale di impulsi elettromagnetici a bassa frequenza per stimolare la microcircolazione, migliorare l’ossigenazione dei tessuti e favorire i processi riparativi. A differenza della tecar, non produce calore ma agisce a livello cellulare tramite campi magnetici pulsati. È indicata in caso di edemi, fratture ossee, artrosi e osteoporosi, grazie alla sua azione antinfiammatoria profonda e rigenerante.
  • Ultrasuonoterapia: utilizza onde acustiche ad alta frequenza per stimolare i tessuti in profondità. È indicata in particolare per tendiniti, borsiti e infiammazioni muscolari. Alcuni studi comparativi hanno dimostrato che l’ultrasuono è efficace nel breve termine, ma i risultati tendono a essere meno duraturi rispetto alla tecarterapia, come emerso in pazienti con sindrome del tunnel carpale​ [12].
  • Stimolazione Elettrica Transcutanea (TENS): è una tecnica di elettroterapia antalgica che viene utilizzata per trattare molte patologie di origine neuronale o osteo-articolare, oltre che disturbi legati ai legamenti e ai tendini. Agisce attraverso impulsi elettrici a bassa frequenza per inibire la trasmissione del dolore a livello nervoso. Può risultare efficace per il dolore acuto e cronico, ma non produce effetti rigenerativi sui tessuti.
  • Onde d’urto (ESWT): indicate per tendinopatie calcifiche, fascite plantare e epicondiliti croniche. Le onde acustiche ad alta intensità stimolano la neoangiogenesi e la riparazione tissutale, ma possono risultare dolorose in fase acuta e non sempre tollerate.
  • Crioterapia: si tratta di una procedura che sfrutta temperature estreme fino a -130°C per pochi minuti all’interno di criosaune o criocamere. [12]. Questo shock termico stimola la produzione di endorfine e sostanze antinfiammatorie, migliorando il recupero muscolare, riducendo il dolore e favorendo la circolazione. È usata in ambito sportivo, riabilitativo ed estetico, anche in condizioni come fibromialgia e patologie neurologiche croniche. Mentre la tecar agisce in profondità e localmente, la crioterapia agisce in modo sistemico, rendendola una valida alternativa o complemento in specifici protocolli.
  • Massoterapia: può essere utile per il rilascio miofasciale, la mobilizzazione articolare e il drenaggio linfatico. Spesso viene associata alla tecar per amplificare gli effetti terapeutici.
  • Fisioterapia attiva ed esercizio terapeutico: rappresenta il pilastro di qualsiasi programma riabilitativo. Il movimento guidato e progressivo migliora la forza muscolare, la flessibilità e la propriocezione, promuovendo una guarigione funzionale e duratura.

La scelta tra tecarterapia e le sue alternative deve essere basata su una valutazione clinica personalizzata, considerando la fase della patologia (acuta o cronica), la tolleranza del paziente, la presenza di controindicazioni e soprattutto gli obiettivi del trattamento.

In sintesi

La tecarterapia è un trattamento elettromedicale non invasivo sempre più diffuso in fisioterapia e riabilitazione, particolarmente indicato per trattare dolore, infiammazioni e disfunzioni muscoloscheletriche. Si basa sull’utilizzo di correnti ad alta frequenza che generano calore all’interno dei tessuti (termoterapia endogena), attivando i meccanismi naturali di riparazione dell’organismo. Questo processo consente di migliorare la circolazione, ossigenare i tessuti e stimolare la rigenerazione cellulare, riducendo dolore e rigidità articolare in tempi brevi.

I benefici della tecar sono molteplici: agisce sul microcircolo, facilita il drenaggio dei liquidi infiammatori, rilassa la muscolatura contratta e stimola la produzione di collagene. Grazie alla sua azione profonda, viene utilizzata con ottimi risultati in presenza di lesioni muscolari, tendiniti, artrosi, capsuliti, lombalgie e disturbi posturali. Trova inoltre applicazione nella riabilitazione post-operatoria e nel trattamento di patologie come la sindrome del tunnel carpale, dove ha dimostrato miglioramenti significativi nella riduzione del dolore e del gonfiore.

Il trattamento si svolge in modo semplice e indolore: il paziente viene posizionato in modo comodo, si applica un gel conduttivo sulla pelle, e l’operatore muove un manipolo capacitivo o resistivo sulla zona interessata. La combinazione tra manipolo e piastra di ritorno permette di indirizzare l’energia in modo preciso, regolando intensità e profondità d’azione in base alla patologia. In alcuni casi, il trattamento può essere integrato con esercizi attivi per potenziarne l’efficacia. L’esperienza e la preparazione del fisioterapista sono fondamentali per ottenere risultati ottimali.

I primi benefici della tecar si manifestano spesso già dopo tre-cinque sedute, soprattutto nelle patologie acute. Per ottenere un recupero stabile e completo, i protocolli clinici prevedono in genere cicli da 6 a 10 sedute, che possono arrivare fino a 20 nei casi più complessi, come nelle fratture vertebrali osteoporotiche o nei trattamenti post-chirurgici. 

Esistono diverse alternative alla tecarterapia che possono essere scelte in base alla condizione clinica: tra queste, la laserterapia ad alta intensità, la magnetoterapia, l’ultrasuonoterapia, le onde d’urto, la TENS, la crioterapia, la massoterapia e naturalmente l’esercizio terapeutico attivo, che resta centrale in ogni percorso riabilitativo. Ognuna di queste terapie ha caratteristiche specifiche e può essere usata da sola o in sinergia con la tecar, in un approccio integrato e personalizzato.

Il contenuto fornito è solo a scopo informativo e non deve essere considerato un sostituto della diagnosi o del trattamento medico da parte di un professionista. Si sconsiglia l’autodiagnosi o il trattamento. 

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Sull'autore

Paolo De Angelis

Redattore e Content Writer

Paolo de Angelis, redattore dal 2016, laureato in Comunicazione, Innovazione e Multimedia presso l'Università degli Studi di Pavia. Dal 2022 Content Writer freelance per aziende, agenzie di comunicazione e liberi professionisti.

Fonti e bibliografia

  1. Effects of Transfer Energy Capacitive and Resistive On Musculoskeletal Pain: A Systematic Review and Meta-Analysis – Galen Medical Journal, November 2022
  2. Use of an Evolution in Tecartherapy for Muscle Improvement and Treatment of Sports Injuries – Contemporary Advances in Sports Science, March 2021
  3. Effect of Transfer Energy Capacitive and Resistive Therapy on Shoulder Pain, Disability, and Range of Motion in Patients With Adhesive Capsulitis: A Study Protocol for a Randomized Controlled Trial – Journal of Chiropractic Medicine, June 2023
  4. Comparison of the effectiveness of ultrasound and transfer energy capacitive and resistive (TECAR) therapy in patients with carpal tunnel syndrome – Lasers in Medical Science, March 2025
  5. Cos’è la tecarterapia e che benefici ha – Gruppo San Donato, March 2024
  6. Quando è utile la tecar terapia? – Humanitas Care, May 2023
  7. Tecarterapia è dolorosa? – Humanitas Care, July 2021
  8. Tecarterapia: controindicazioni – FisioterapiaREHA, March 2022
  9. Effects of Tecartherapy on Body Tissues: a Systematic Review – Journal of Biomedical Science and Engineering Vol. 16 No.10, October 2023
  10. Capacitive and Resistive Electric Transfer Therapy: A Comparison of Operating Methods in Non-specific Chronic Low Back Pain – Integrative Clinic Research pp 39-46, February 2022
  11. The value of TECAR in acute painful osteoporotic vertebral fractures: a pilot study – La Clinica Terapeutica, October 2024
  12. Crioterapia: che cos’è e benefici – Gruppo San Donato, November 2020