HPV in Italia, l’intervista agli esperti dell’AOGOI sull’importanza della prevenzione sia femminile sia maschile

05/03/2024

5 min

Ginecologia

Revisione scientifica dei contenuti a cura della dottoressa Elsa Viora e del dottor Carlo Maria Stigliano (AOGOI).

HPV in Italia, l’intervista agli esperti dell’AOGOI sull’importanza della prevenzione sia femminile sia maschile
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Oggi, 4 marzo, ricorre la Giornata Mondiale contro l’HPV, istituita dall’International Papillomavirus Society IPVS [1] e dei suoi 80 partner nel mondo, con lo scopo di promuovere la conoscenza sul tema, invitare sempre più persone a comprendere i rischi a cui espone il papillomavirus e sottolineare l’importanza della prevenzione: screening e vaccinazione giocano dunque un ruolo fondamentale e possono fare la differenza.

Per fare il punto sulla situazione degli screening per il papillomavirus e sulla campagna vaccinale in Italia ne abbiamo parlato con la Dottoressa Elsa Viora, già Responsabile della Struttura di Ecografia Ostetrica – Ginecologica e Diagnosi prenatale dell’ospedale Sant’Anna di Torino e Past President dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) e con il Dottor Carlo Maria Stigliano, Segretario Nazionale AOGOI.

01. La situazione in Italia

In Italia, nel 2023, le stime sull’incidenza dei tumori indicate dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione (IARC) e dall’European Network of Cancer Registries (ENCR), hanno registrato un totale di 395.000 nuove diagnosi, con un aumento di oltre 18.000 casi rispetto all’anno precedente.

Le cause di questo aumento non sono ancora chiare ma è urgente agire per ridurre il ritardo nella diagnosi, gestire i fattori di rischio e promuovere la diffusione delle vaccinazioni contro le infezioni note per essere associate allo sviluppo di tumori. Tra queste, rientra la vaccinazione contro il virus del papilloma umano (HPV), responsabile del cancro della cervice uterina e di altre condizioni patologiche e neoplasie correlate” – spiega la dottoressa Viora.

Papillomavirus: i dati sugli screening in Italia

Per tracciare uno scenario aggiornato della situazione nel nostro Paese è necessario partire dai dati sullo screening cervicale (Pap test o HPV test) che, dopo un significativo rallentamento durante il 2020 – conseguenza diretta della pandemia – sono per fortuna in ripresa. 

I dati disponibili più recenti si riferiscono al 2021: se guardiamo al numero di persone invitate a sottoporsi allo screening per il carcinoma della cervice uterina rispetto al totale delle aventi diritto, la copertura è stata pari al’ 88,3% spiega l’esperta – una soglia che si avvicina molto al 90% fissato dall’Unione Europea come obiettivo da conseguire entro l’anno 2025. Non solo, nel 2022 c’è stato un ulteriore miglioramento della copertura rispetto al 2021, in particolar modo nelle regioni del Nord, del Sud e nelle isole. Senz’altro la maggior copertura è riconducibile alla maggiore estensione degli inviti alla popolazione ma anche alla transizione da Pap-test a HPV-test a partire dai 30 anni”.

Il test HPV è infatti più sensibile rispetto al Pap test (che ha però una maggiore specificità) e permette di identificare con anticipo le donne ad alto rischio di sviluppare una lesione cancerosa.

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Vaccinazione: la copertura ottimale è ancora lontana

Per quanto riguarda la copertura vaccinale anti-HPV in Italia, anche questa ha registrato un notevole rallentamento durante il 2020, a seguito dell’emergenza sanitaria, come rilevano i dati del Ministero della Salute aggiornati al 2022 per le coorti di nascita 1997-2009 [2].

A fine 2021, il dato medio di ragazze che hanno ricevuto tre dosi di farmaco anti-HPV, completando così il ciclo vaccinale, è pari a oltre il 64% per gli anni di nascita considerati. Una situazione positiva ma lontana ancora dall’essere ottimale. Soprattutto, si nota una forte decrescita che corrisponde appunto al 2020: la percentuale di vaccinate con tre dosi nella coorte 2007 è infatti pari al 66%, mentre nella coorte 2009 il dato scende al 32%, con una diminuzione quindi di oltre 30 punti percentuali”.

02. L’importanza di sensibilizzare i più giovani

Affinché la campagna riprenda a ritmi serrati, in tutte le regioni, è fondamentale sensibilizzare i ragazzi.

Bisogna diffondere la conoscenza dei rischi legati alle malattie sessualmente trasmissibili e informare sulla grande opportunità rappresentata dalla vaccinazione anti-HPV per la prevenzione di patologie importanti in entrambi i sessi, in particolare dei tumori conseguenti a questa infezione che, pur assai comune, resta comunque pericolosa, anche per i maschi – spiega il dottor Stigliano – Tra gli uomini e i ragazzi, la consapevolezza del rischio di contrarre infezioni da HPV e sviluppare patologie benigne o maligne è ancora scarsamente diffusa mentre, d’altro canto, si è registrato recentemente un significativo incremento di tumori correlati all’HPV negli individui di sesso maschile, interessando aree quali l’ano, il pene e l’orofaringe”.

HPV negli uomini, perché è importante parlarne: la prevenzione anche maschile 

Le patologie correlate all’HPV rappresentano dunque una sfida che coinvolge anche l’universo maschile.

Dati letterari indicano che la presenza dell’HPV negli uomini asintomatici tra i 18 e i 70 anni è stimata intorno al 31%. Studi clinici evidenziano una rilevante correlazione del tipo di HPV tra partner eterosessuali. I fattori di rischio per lo sviluppo di tumori correlati all’HPV negli uomini includono il fumo, l’abuso di alcool, comportamenti promiscui, rapporti sessuali tra uomini, presenza di altre malattie sessualmente trasmesse, in particolare l’HIV.

L’infezione da HPV mostra variazioni significative tra uomini e donne.

Nelle contingenze maschili, si osserva una minore tendenza alla persistenza, con il 75% dei casi che si risolve entro un anno dall’infezione. Tale diversità potrebbe essere attribuita a fattori anatomici, alla variazione nell’interazione virus-ospite e a una maggiore attivazione del sistema immunitario contro l’HPV nelle donne rispetto agli uomini” – afferma il dottor Stigliano

Un’altra disparità importante riguarda la prevalenza, che negli uomini rimane costante durante la vita, senza i picchi osservati nel sesso femminile a 25 e 45 anni e in età post-menopausale. 

Nel contesto maschile, la consapevolezza del rischio di contrarre infezioni da HPV e sviluppare patologie benigne o maligne è ancora scarsamente diffusa. I carcinomi penieni sono rari a causa della cheratinizzazione dell’epitelio penieno che lo rende più resistente all’HPV, mentre la mucosa orofaringea è più vulnerabile. Numerose prove scientifiche indicano che i partner di donne con lesioni cervicali intraepiteliali o carcinoma cervicale hanno una maggiore incidenza di HPV nell’orofaringe rispetto alla popolazione generale, con un’alta probabilità di sviluppare tumori della lingua e delle tonsille.

Ricerche hanno rilevato che le infezioni da HPV ad alto rischio sono più comuni tra partner omosessuali e possono persistere nell’orofaringe per uno-due anni, essendo potenzialmente contratte da partner precedenti” – conclude.

03. La campagna vaccinale anti-HPV tra la popolazione maschile

Qual è la situazione della campagna vaccinale anti-HPV tra i maschi?

In Italia, nei nati tra il 1997 e il 2009, la situazione della copertura vaccinale ha visto un miglioramento più che marcato , partendo da percentuali di copertura minime tra i ragazzi nati nel 1997/1998 – pari rispettivamente al 0,49% e 0,62% di vaccinati con tre dosi – arrivando a picchi di oltre il 54% tra i nati nel 2006. Con un dato medio per tutte le coorti di nascita considerate pari a quasi il 19%. Tuttavia, anche per i maschi si osserva una decrescita simile a quella che ha interessato le ragazze nelle stesse corti di nascita, con la percentuale di vaccinati con 3 dosi che è scesa tra i nati nel 2009 al 27% rispetto al 44% dei nati nel 2008 e al 54% dei nati nel 2007″.

04. AOGOI e le iniziative di formazione verso la popolazione più giovane – sia maschile sia femminile – messe in campo messe in atto o migliorate

AOGOI utilizza i social media per diffondere la conoscenza del problema anche tra i giovanissimi: tuttavia occorrerebbe un’azione corale di incoraggiamento alla prevenzione e in particolare alla vaccinazione contro il papillomavirus. 

Bisogna far comprendere che non si tratta di un problema che riguarda soltanto il sesso femminile perché i maschi corrono anch’essi dei rischi dalle benigne manifestazioni dei condilomi (escrescenze carnose genitali, tipo verruche, piuttosto sgradevoli e stigmatizzanti fino ai tumori come quelli del pene, dell’anno e dell’orofaringe). I giovani – e le loro famiglie – devono essere informati dell’utilità della vaccinazione anti-HPV, della sua efficacia e sicurezza nonché della gratuità della stessa. I maschi vanno vaccinati sia per sé stessi sia perché diventano un serbatoio che consente la circolazione del virus nella popolazione.

Recentemente è iniziata una campagna pubblicitaria di incoraggiamento alla vaccinazione anti-HPV che va nella giusta direzione di informare e spingere i giovani a considerare l’infezione da Papillomavirus come un problema reale dal quale si può essere protetti grazie al vaccino. Iniziative di questo tipo possono favorire la campagna vaccinale raggiungendo soprattutto i giovani oltre che le famiglie” – conclude Viora.

Come AOGOI, quali sono i vostri sforzi in questo senso?

AOGOI è impegnata nell’opera di informazione alla popolazione e di formazione al personale sanitario sulle patologie da Papillomavirus e sui rischi conseguenti all’infezione persistente da HPV in particolare per le donne: il cancro del collo dell’utero è una grave malattia che può essere prevenuta innanzitutto attraverso la vaccinazione ma anche grazie alla prevenzione con lo screening. 

Negli anni AOGOI ha prodotto documenti, strumenti di formazione anche a distanza, incontri con il personale sanitario, quattro pubblicazioni per specialisti e per ostetriche e infermieri che hanno consentito una maggiore conoscenza del problema legato alla diffusione dell’HPV nella popolazione. Dal 2007 è iniziata in Italia la vaccinazione contro il papillomavirus e gli esperti presenti in AOGOI hanno lavorato nell’ambito della task force ministeriale per favorire la conoscenza e la diffusione relativamente alla vaccinazione. AOGOI si rivolge ai giovani attraverso i social con adeguati momenti di informazione e anche recentemente ha pubblicato un importante fascicolo con regole e suggerimenti per gli operatori su come gestire le patologie genitali da HPV in entrambi i sessi e sulla vaccinazione anti-HPV anche nelle donne adulte e in quelle già trattate per lesioni ginecologiche importanti”.

05. Conclusioni

Le patologie da HPV sono molto diffuse nella popolazione e costituiscono un problema oltre che sanitario anche sociale ed economico. In tal senso non bisogna considerare soltanto i possibili tumori ma anche la rilevante massa di patologie benigne o a rischio oncologico che comunque richiede accertamenti, interventi e controlli con conseguenti costi sociale e finanziari per la collettività.

Accanto a questi aspetti è rilevante la componente psicologica e il contesto familiare e sociale che queste patologie sono in grado di sollevare: si tratta di infezioni che possono essere considerate un stigma sociale e causano sempre una grande apprensione e paura sia in chi ne è colpito ma anche nei familiari e nel contesto sociale di vita.

L’infezione da papillomavirus e le conseguenze cliniche che ne derivano saranno debellate nel giro di qualche decennio se si riuscirà a raggiungere una copertura vaccinale pari almeno al 90%, esattamente come è avvenuto per altre infezioni importanti dal vaiolo allo stesso Covid-19″.

Il contenuto fornito è solo a scopo informativo e non deve essere considerato un sostituto della diagnosi o del trattamento medico da parte di un professionista. Si sconsiglia l’autodiagnosi o il trattamento.

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Sull'autore

Cristina Diconzo

Giornalista e Senior Content Manager

Cristina Diconzo, giornalista, redattrice per Class Editori e Senior Content Manager dal 2015. Laureata in Scienze della Comunicazione presso l'Università di Bergamo - con specializzazione in Editoria Multimediale e Giornalismo. Per quattro anni autrice e conduttrice della rubrica "Pianeta Donna" per la trasmissione di Class TV "Buongiorno Dottore". Scrive di medicina e salute dal 2012.