Che cos’è il norovirus? Sintomi, cure e alimentazione consigliata

31/05/2023

10 min

Gastroenterologia

Revisione scientifica dei contenuti a cura della dottoressa Antonella Leone.

Che cos’è il norovirus? Sintomi, cure e alimentazione consigliata
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01. Che cos’è il norovirus?

Il norovirus è la causa più comune in tutto il mondo della gastroenterite acuta di origine non batterica [1] e rappresenta uno dei principali problemi nell’ambito della sicurezza alimentare. Le infezioni si manifestano con maggiore frequenza da novembre ad aprile.

Si tratta di virus cosmopoliti, estremamente virulenti e infettivi (sono sufficienti 10 particelle virali a provocare la trasmissione) [2]. Colpiscono con grande efficacia le comunità che attingono alla stessa fonte di distribuzione pasti, per cui le infezioni da norovirus si manifestano soprattutto in contesti comunitari: negli ospedali, nelle case di riposo, nelle scuole o in ambienti confinati, come per esempio le navi da commercio e da crociera.

Efficace e resistente, il norovirus si trasmette per via orale, attraverso il contatto con la pelle (mani sporche) o con oggetti, per inalazione (goccioline sospese nell’aria) o per ingestione di alimenti o bevande contaminati. Molto spesso la contaminazione degli alimenti avviene alla fonte, per l’utilizzo di acque infette durante la produzione. Il norovirus è anche resistente alle condizioni ambientali e può rimanere contagioso per più di 12 giorni su superfici contaminate [2].

Statistiche sulla diffusione del norovirus

Circa un caso su cinque di gastroenterite acuta (nausea, vomito, febbre e diarrea non ematica) è causato dal norovirus, per un totale di circa 685 milioni di casi ogni anno nel mondo [4], con 200 mila decessi in totale, questi ultimi concentrati soprattutto nei Paesi in via di sviluppo [4]. Circa 200 milioni di casi riguardano bambini sotto i 5 anni, con 50 mila morti infantili ogni anno anche in questo caso concentrati soprattutto nelle aree più povere del pianeta [4]. Pur essendo raramente fatale nei Paesi ad alto reddito (negli Stati Uniti per esempio si calcola che i decessi siano circa 570-800 [8] ogni anno, con la maggior parte di questi episodi negli anziani e nelle persone con sistema immunitario indebolito), ha delle conseguenze importanti poiché si stima che ogni anno il norovirus costi 60 miliardi di dollari in tutto il mondo a causa dei costi sanitari e della perdita di produttività [4].

I norovirus sono stati scoperti e isolati nel 1972 appartengono alla famiglia dei Caliciviridae, virus a singolo filamento di Rna, sono anche noti come virus di Norwalk, dal nome della città dell’Ohio centro di un’epidemia di gastroenterite nel 1968.

A causa delle sue piccole dimensioni questo agente virale era indagabile solo attraverso indagini al microscopio elettronico o dosando gli anticorpi nel sangue. Solo nell’ultimo decennio sono stati sviluppati test diagnostici rapidi con l’uso di marcatori molecolari o mediante test commerciali Elisa (acronimo dall’inglese Enzyme-Linked Immuno. Assay) [1]. E il Test della reazione a catena della transcriptasi-polimerasi inversa (reverse transcriptase-polymerase chain reaction RT-PCR) [3]. A oggi, sono noti tre genogruppi di norovirus: GI, GII e GIV in grado di infettare l’uomo, divisi in più di 30 genotipi.

02. Quali sono i sintomi del norovirus?

I sintomi di una gastroenterite da norovirus sono vomito, crampi addominali e diarrea. Di solito si risolvono in un lasso di tempo che va da uno a tre giorni. Nei bambini, il vomito è più importante della diarrea, mentre negli adulti di solito predomina la diarrea. Le perdite di liquidi variano da lieve a grave. Alle volte può presentarsi anche la perdita del senso del gusto [3].

I sintomi solitamente compaiono tra 12 – 48 ore dopo l’esposizione [4]. Meno frequentemente possono verificarsi letargia generale, debolezza, dolori muscolari, mal di testa e febbricola. Dalla malattia si guarisce, di solito, spontaneamente e le complicazioni gravi sono molto rare: la principale è la disidratazione specialmente negli anziani o in persone con altri problemi di salute [7]. Sebbene contrarre il norovirus possa essere spiacevole, di solito non è pericoloso e la maggior parte di coloro che ne è colpita si riprende completamente [5].

Il norovirus è più pericoloso per le persone immunocompromesse, come quelle con immunodeficienza comune variabile o con un sistema immunitario soppresso dopo il trapianto di organi in quanto può generare un’infezione di lunga durata [6]. Queste infezioni nei casi più gravi possono portare a enteropatia associata a norovirus (patologia rara intestinale caratterizzata da diarrea acquosa intrattabile), atrofia dei villi intestinali e malassorbimento [6].

03. Cosa mangiare con il norovirus?

Il principale problema legato alla gastroenterite è la disidratazione, quindi bisogna anzitutto assicurarsi di rimanere ben idratati, bevendo più acqua rispetto al consueto apporto per recuperare i liquidi persi con vomito e diarrea. Evitare succhi di frutta perché possono aggravare i sintomi [9].

Per quanto riguarda i cibi, sono da preferire alimenti secchi come fette biscottate a colazione, pane, pasta e riso con poco olio e formaggio stagionato nei pasti principali [9]. Lentamente si possono introdurre fonti proteiche ben digeribili, come pesce e carne magri (lessi, al vapore o in padella con un cucchiaio d’olio). I neonati devono continuare a essere nutriti normalmente, anche con il latte materno [9].

La manifestazione acuta della gastroenterite dura pochi giorni, quindi si può mantenere una dieta in bianco senza timori di scompensi nutrizionali. In caso di sintomi di disidratazione come bocca secca, urina di colore scuro e/o debolezza, si possono acquistare in farmacia specifiche bevande reidratanti [9].

04. Quali cibi evitare con il norovirus?

Tutte le fonti nutritive devono essere introdotte gradualmente, le verdure e la frutta solo quando i sintomi sono già diminuiti. Per le prime ore è meglio assumere solo liquidi [10]. I cibi invece da evitare fino al completo recupero sono: i formaggi non stagionati, alcool, caffeina, cibi processati, grassi o speziati [10].

05. Come si arriva alla diagnosi del norovirus?

Non sempre è necessario arrivare a individuare il norovirus. Poiché la sintomatologia (solitamente non grave) dura pochi giorni, la diagnosi si basa sul sospetto clinico [3] [11], senza dover ricorrere a costosi test. I sintomi tipici soprattutto se presenti in più persone che condividono lo stesso ambiente, fanno pensare a un’epidemia localizzata di norovirus.

Per individuare il virus esistono alcuni esami clinici specifici: in particolare il test della reazione a catena della trascrittasi-polimerasi inversa (Reverse transcriptase–polymerase chain reaction [RT-PCR]) o test PRC quantitativi [3]. Ricercano la presenza di RNA vireale in un campione di feci e danno risultati in poche ore. 

Esistono altri test detti Elisa (acronimo derivato dall’espressione inglese enzyme-linked immunosorbent assay, ovvero saggio immuno-assorbente legato ad un enzima) che possono indicare la presenza del norovirus indirettamente, analizzando la presenza di specifici anticorpi. Alcuni studi però hanno mostrato che questo tipo di esame necessita un miglioramento in termini di specificità e sensibilità [12].

06. Come si cura il norovirus?

Una terapia antibiotica è totalmente inutile visto che non si tratta di infezione batterica [9]. Sarebbe meglio evitare del tutto qualsiasi farmaco [10] e limitarsi solo alle indicazioni sulla dieta. L’unico vero rischio è la disidratazione, per cui è sufficiente integrare i liquidi persi. 

L’astensione dai farmaci vale anche per il trattamento dei bambini [13], che non dovrebbero tornare a scuola o all’asilo finché il vomito e la diarrea non sono cessati completamente da almeno 24 ore.

07. Come si può prevenire il norovirus?

Adottare rigorose misure igieniche nella manipolazione e distribuzione di cibi e bevande è l’unica forma di prevenzione efficace del norovirus [1].

I norovirus sono piuttosto resistenti nell’ambiente, sopravvivono a temperature sopra i 60°C e anche in presenza di cloro, normalmente utilizzato per disinfettare le acque potabili. Inoltre, rimangono nelle feci delle persone infette per almeno 72 ore dopo la guarigione. 

Le indicazioni valide per prevenire la diffusione del norovirus sono quelle tipiche della prevenzione di qualsiasi tossinfezione alimentare:

  • lavarsi le mani molto bene prima di toccare i cibi;
  • non lavorare e soprattutto non stare a contatto con il cibo quando si è indisposti, soprattutto se si è affetti da gastroenterite, e fino a tre giorni dopo la guarigione;
  • lavare e disinfettare accuratamente tutti i materiali e le superfici (dalle tovaglie e tovaglioli ai grembiuli e teli da lavoro, fino agli utensili) che possano essere venuti a contatto con una persona infetta e/o con il virus;
  • utilizzare solo cibi di provenienza certificata, soprattutto nel caso di alimenti che vengono consumati crudi come i frutti di mare o le verdure fresche;
  • eliminare tutte le scorte alimentari che potrebbero essere state contaminate da un addetto infetto e/o da altre fonti di norovirus;
  • tenere separati i soggetti che portano pannolini e pannoloni, soprattutto in asili e case di riposo, dalle aree dove viene preparato e distribuito il cibo [1].

In sintesi

Il norovirus è molto diffuso ed è responsabile della maggior parte delle gastroenteriti nel mondo. Se nei Paesi in via di sviluppo può essere anche fatale, nei Paesi occidentali non rappresenta un pericolo se non in persone immunodepresse. 

Poiché la sintomatologia tipica è costituita da vomito e diarrea, è necessario curare con attenzione l’idratazione, reintegrando i liquidi persi. I sintomi durano da poche ore a qualche giorno, durante questo periodo bisogna seguire una dieta leggera con alimenti solidi e non conditi, senza utilizzare altri farmaci. Le misure di prevenzione sono l’unica misura di prevenzione possibile soprattutto per chi gestisce una mensa.

Il contenuto fornito è solo a scopo informativo e non deve essere considerato un sostituto della diagnosi o del trattamento medico da parte di un professionista. Si sconsiglia l’autodiagnosi o il trattamento.

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