Insufficienza cardiaca: cos’è, cause e sintomi

30/03/2023

14 min

Cardiologia

Revisione scientifica dei contenuti a cura del dottore Lorenzo Benedetti.

Insufficienza cardiaca: cos’è, cause e sintomi
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01. Cos’è l’insufficienza cardiaca?

L’insufficienza cardiaca è una condizione in cui il cuore non pompa sangue in quantità sufficiente.

La perfetta efficienza del corpo umano dipende da molteplici fattori, ma quello più importante è l’azione di pompaggio del cuore per portare il sangue ricco di ossigeno e nutrienti alle cellule dell’organismo. Nella condizione di insufficienza cardiaca, il muscolo miocardico è indebolito e non riesce a pompare correttamente il sangue per rifornire il resto del corpo. L’insufficienza cardiaca provoca quindi, a cascata, una serie di problematiche potenzialmente fatali per la vita del paziente [1].

L’insufficienza cardiaca è comunemente definita anche congestizia perché, quando l’azione di pompaggio del cuore diventa meno efficace, il sangue può rifluire in altre aree del corpo e accumularsi nei polmoni, nel fegato, nel tratto gastrointestinale, nelle braccia e nelle gambe, causando un gonfiore chiamato edema [1]. 

L’insufficienza cardiaca di solito colpisce il lato sinistro del cuore, responsabile di irrorare di sangue ricco di ossigeno ricevuto dai polmoni tutto il corpo, ma può colpire anche il lato destro, o entrambi [2]. 

Classificazione dell’insufficienza cardiaca

In base allo stato funzionale del cuore, l’insufficienza cardiaca sinistra è classificata in:

  • insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta, detta anche insufficienza sistolica. In questo caso, il ventricolo sinistro perde la capacità di contrarsi normalmente e il cuore non riesce a pompare con forza sufficiente per mettere in circolo abbastanza sangue;
  • insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata, detta anche insufficienza diastolica. Avviene quando il ventricolo sinistro perde la capacità di rilassarsi normalmente a causa di un irrigidimento del miocardio (muscolo cardiaco) e il cuore non riesce a riempirsi correttamente di sangue durante il periodo di riposo tra un battito e l’altro [3].

L’insufficienza cardiaca del lato destro si verifica solitamente in seguito a un’insufficienza del lato sinistro. Quando il ventricolo sinistro cede, l’aumento della pressione sanguigna indebolisce il lato destro del cuore che perde la potenza di pompaggio, facendo accumulare il sangue a livello venoso e configurando così il quadro dell’insufficienza cardiaca congestizia [3].

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02. Qual è la differenza tra insufficienza cardiaca lieve e insufficienza cardiaca acuta?

In base alla comparsa dei sintomi e alla loro durata, l’insufficienza cardiaca può essere definita acuta o cronica, e richiedere perciò diverse tipologie di trattamento e intervento. 

Insufficienza cardiaca acuta

L’insufficienza cardiaca è considerata acuta quando i sintomi compaiono o peggiorano improvvisamente e rapidamente. Si tratta di una condizione potenzialmente pericolosa per la vita e richiede un trattamento d’emergenza, con ricovero in ospedale per ridurre il sovraccarico di liquidi nel corpo. Si può presentare come prima manifestazione di una malattia cardiaca, ma spesso è causata dallo scompenso di una cardiomiopatia preesistente (in questo caso definita insufficienza cardiaca acuta scompensata) [4].

Insufficienza cardiaca cronica

L’insufficienza cardiaca è definita cronica quando si sviluppa nel tempo, con graduale manifestazione della sintomatologia. Si tratta di un’insufficienza cardiaca meno grave di quella acuta, ma che può comunque limitare attività quotidiane del paziente e rappresentare un pericolo per la sua salute.

In genere, l’insufficienza cardiaca cronica si sviluppa come conseguenza di una malattia coronarica (come un’occlusione o una stenosi delle arterie coronarie), ma può anche essere causata dall’ipertensione (pressione arteriosa alta) o dalla cardiomiopatia dilatativa, una condizione cardiaca che porta all’ingrossamento del cuore.

03. Quali sono i sintomi iniziali dell’insufficienza cardiaca?

I sintomi più comuni dell’insufficienza cardiaca possono variare in base al lato del cuore che ne è affetto, ma spesso sono comuni per entrambi. Uno dei primi sintomi è la sensazione di fiato corto dopo attività di routine come salire le scale – ma in alcuni casi si manifesta anche in condizione di riposo, da sdraiati.

Sintomi dell’insufficienza cardiaca sinistra

I sintomi più comuni dell’insufficienza cardiaca sinistra sono: 

  • difficoltà nella respirazione;
  • tosse;
  • affaticamento (con estrema stanchezza anche dopo il riposo);
  • debolezza generale;
  • colore bluastro su dita e labbra;
  • sonnolenza e difficoltà di concentrazione;
  • incapacità di dormire in posizione distesa.

Sintomi dell’insufficienza cardiaca destra

Le persone affette da insufficienza cardiaca destra possono presentare anche i seguenti sintomi:

  • nausea (sensazione di mal di stomaco) e perdita di appetito;
  • dolore all’addome (zona intorno allo stomaco);
  • gonfiore alle caviglie, ai piedi, alle gambe, all’addome e alle vene del collo;
  • bisogno frequente di urinare; 
  • aumento di peso [6].

04. Cosa causa l’insufficienza cardiaca?

La maggior parte delle persone che sviluppa un’insufficienza cardiaca ha (o ha avuto) prima un’altra patologia cardiaca che, a lungo andare, ha portato all’indebolimento del cuore [3]. Tuttavia, l’insufficienza cardiaca può essere causata anche da patologie non cardiache.

Le cause cardiache più comuni di insufficienza cardiaca sono:

  • malattie coronariche;
  • ipertensione arteriosa non ben controllata, che può causare problemi di rigidità o indebolimento del muscolo cardiaco;
  • malattie cardiache congenite;
  • infarto cardiaco (quando la malattia coronarica provoca l’improvviso blocco di un’arteria cardiaca);
  • problemi delle valvole cardiache che non tengono o si restringono;
  • infezioni del miocardio;
  • alcune tipologie di aritmie (battito cardiaco irregolare) [1].

Le malattie non cardiache che possono causare (o contribuire) l’insufficienza cardiaca sono:

  • amiloidosi, un gruppo di malattie rare causate dall’accumulo di proteine insolubili (amiloide) negli organi;
  • enfisema, un grave malattia dei polmoni, provocata da un deterioramento degli alveoli;
  • ipertiroidismo o ipotiroidismo, malattie della tiroide che causa una produzione eccessiva o ridotta di ormoni tiroidei;
  • sarcoidosi, una malattia infiammatoria rara che causa la formazione di piccoli noduli rossi e gonfi, chiamati granulomi;
  • anemia grave, una condizione nella quale il numero dei globuli rossi è pericolosamente basso;
  • emocromatosi ereditaria, una patologia genetica caratterizzata da eccessivo accumulo di ferro che causa danno ai tessuti [1].

05. Quali sono i fattori di rischio di insufficienza cardiaca?

Vi sono poi una serie di fattori di rischio che possono aumentare notevolmente le possibilità che un soggetto sviluppi un’insufficienza cardiaca, tra questi figurano:

  • l’invecchiamento, che può indebolire e irrigidire il cuore;
  • una storia familiare di insufficienza cardiaca o una predisposizione genetica;
  • un’alimentazione malsana e obesità;
  • il fumo;
  • l’uso di cocaina o di altre droghe illegali; 
  • il consumo frequente e massiccio di alcol; 
  • la mancanza di frequente attività fisica;
  • infezioni come l’HIV o la SARS-CoV-2;
  • diabete;
  • apnea notturna;
  • malattie renali croniche; 
  • trattamenti antitumorali, come la radioterapia e la chemioterapia [6].

06. Quali rischi comporta l’insufficienza cardiaca?

Come già menzionato, l’insufficienza cardiaca può comportare seri rischi per la salute e la vita del paziente a causa del minor afflusso di sangue ricco di ossigeno a tutti gli altri organi e apparati.

Le conseguenze più gravi dell’insufficienza cardiaca sono:

  • danni ai reni o al fegato;
  • accumulo di liquido nei polmoni o intorno a essi;
  • malnutrizione dovuta alla nausea, al gonfiore addominale e al mancato assorbimento dei nutrienti del cibo;
  • aritmie, malfunzionamento delle valvole cardiache e arresto cardiaco;
  • tromboembolismo, ovvero la formazione di un coagulo di sangue nelle vene;
  • ipertensione polmonare, cioè l’aumento della pressione del sangue all’interno del circolo polmonare [6].

07. Come si diagnostica l’insufficienza cardiaca?

La diagnosi di insufficienza cardiaca viene effettuata tenendo in considerazione diversi parametri: l’esame obiettivo per determinare la presenza di sintomi e segni clinici, le analisi del sangue e delle urine e altri test specifici per individuare le cause scatenanti [2].

In particolare, gli esami diagnostici per verificare la presenza di un’insufficienza cardiaca sono:

  • radiografia del torace: permette di verificare se il cuore è più grande di quanto dovrebbe essere, se vi è la presenza di un versamento di liquido nei polmoni, di una patologia polmonare o di cardiomiopatia dilatativa;
  • elettrocardiogramma (ECG): i risultati di questo test non sono diagnostici, ma se l’ECG produce risultati anomali come un precedente infarto del miocardio, un’ipertrofia ventricolare sinistra, un blocco di branca sinistra o una tachiaritmia, può contribuire a individuare l’insufficienza cardiaca (infatti è raro che si possa registrare un ECG del tutto normale in caso di insufficienza cardiaca);
  • ecocardiografia: permette di controllare le dimensioni delle camere, la funzionalità delle valvole cardiache, la pressione dell’arteria polmonare e altre condizioni che potrebbero causare l’insufficienza cardiaca. È utile anche per rilevare trombi intracardiaci, tumori, calcificazioni all’interno delle valvole cardiache e anomalie della parete aortica;
  • scintigrafia con radionuclidi: si tratta di un esame radiologico che permette di valutare la funzione sistolica e diastolica, un precedente infarto miocardico, la presenza e/o la gravità della cardiopatia ischemica che causa l’insufficienza cardiaca;
  • risonanza magnetica cardiaca: fornisce immagini accurate delle strutture cardiache ed è utile per valutare la causa della malattia miocardica e rilevare la fibrosi (ispessimento e rigidità) del miocardio;
  • ecografia toracica: un metodo non invasivo per individuare la congestione polmonare;
  • TAC coronarica o coronarografia: nel caso in cui il medico sospetti la presenza di una malattia coronarica;
  • biopsia endocardica: viene talvolta eseguita quando si sospetta una cardiomiopatia infiltrativa o una miocardite acuta [7,8].

08. Qual è la terapia per l’insufficienza cardiaca?

Non esiste una vera e propria cura per l’insufficienza cardiaca, ma è possibile trattarne le cause e tenere sotto controllo i sintomi [6].

Il trattamento dipende dalla tipologia e della gravità dell’insufficienza cardiaca. 

In ogni caso, l’obiettivo è quello di aumentare l’aspettativa di vita.

A seconda dei casi, il trattamento dell’insufficienza cardiaca può prevedere cambiamenti nello stile di vita, somministrazione di farmaci, procedure mediche o interventi chirurgici.

Il trattamento farmacologico ha come obiettivo quello di alleviare i sintomi e prevenire il peggioramento dell’insufficienza cardiaca. Possono essere prescritti al paziente farmaci per migliorare la capacità del cuore di pompare il sangue (digossina), eliminare il sodio e liquidi in eccesso (diuretici), ridurre il rischio di trombosi (anticoagulanti), stabilizzare la frequenza cardiaca (antiaritmici), normalizzare i livelli di colesterolo (statine), ridurre gli ormoni e fenomeni che possono indebolire il cuore.

Le procedure mediche e gli interventi chirurgici necessari per trattare l’insufficienza cardiaca sono:

  • intervento di bypass coronarico o angioplastica per aggirare eventuali ostruzioni delle arterie coronarie;
  • inserimento di un pacemaker per controllare e normalizzare le anomalie del battito cardiaco;
  • impianto di un defibrillatore cardiaco che tiene traccia della frequenza cardiaca e se rileva un ritmo cardiaco anomalo, emette una scarica elettrica in grado di ripristinare un ritmo cardiaco normale;
  • intervento alle valvole cardiache se le alterazioni di una valvola cardiaca sono la causa dell’insufficienza cardiaca;
  • trapianto di cuore, se l’insufficienza cardiaca è a uno stato molto avanzato e tutti gli altri trattamenti risultano inefficaci [9].

09. Qual è l’aspettativa di vita in caso di insufficienza cardiaca?

L’aspettativa di vita per l’insufficienza cardiaca dipende dalle cause, dalla gravità e da altre condizioni mediche collaterali che potrebbero aggravarla.

In generale, circa la metà delle persone con diagnosi di insufficienza cardiaca congestizia sopravvive 5 anni, e il 30% sopravvive per 10 anni. Dei pazienti che ricevono un trapianto di cuore, circa il 21% è vivo dopo 20 anni [10].

Negli ultimi 30 anni, i miglioramenti nei trattamenti e la loro implementazione hanno migliorato la sopravvivenza e ridotto il tasso di ospedalizzazione nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca. 

I dati europei più recenti dimostrano che i tassi di mortalità per tutte le cause a 12 mesi per i pazienti con insufficienza cardiaca ospedalizzati e stabili/ambulatoriali sono stati rispettivamente del 17% e del 7%, mentre i tassi di ospedalizzazione a 12 mesi sono stati rispettivamente del 44% e del 32%. La maggior parte dei decessi è dovuta a cause cardiovascolari, principalmente morte improvvisa e peggioramento dell’insufficienza cardiaca [11].

10. Quale stile di vita adottare quando si ha un’insufficienza cardiaca?

Continuare a vivere normalmente con l’insufficienza cardiaca è possibile adottando un corretto stile di vita e una serie di accorgimenti per evitare l’aggravarsi della patologia.

Alcune buone abitudini per evitare che l’insufficienza cardiaca peggiori sono:

  • mantenere un’alimentazione sana mangiando soprattutto frutta e verdura, e limitando il consumo di grassi saturi, sale e zucchero;
  • praticare regolare esercizio fisico, anche mirato alla riabilitazione cardiaca;
  • smettere di fumare;
  • limitare o interrompere totalmente il consumo di alcol;
  • vaccinarsi, in quanto l’insufficienza cardiaca può mettere a dura prova l’organismo e renderlo più vulnerabile alle infezioni;
  • sottoporsi a regolari controlli ed esami e prendere regolarmente i farmaci prescritti dal medico;
  • curare altre condizioni che possono peggiorare l’insufficienza cardiaca come l’obesità, il diabete, l’ipertensione arteriosa, l’apnea notturna e le malattie polmonari, renali o epatiche [6,7].

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In sintesi

L’insufficienza cardiaca è una condizione medica per cui il cuore non è più capace di pompare efficacemente il sangue nel resto del corpo (il che causa anomalie e disfunzioni di tutti gli altri organi e apparati); può colpire un solo lato del cuore (di solito quello sinistro) o entrambi, ed è classificata in insufficienza sistolica (perdita di capacità di contrazione) e insufficienza diastolica (perdita di capacità di rilassamento e di riempimento).

L’insufficienza cardiaca può essere acuta, se i sintomi si presentano improvvisamente e peggiorano rapidamente, oppure cronica, se invece l’insufficienza si sviluppa gradualmente nel tempo. L’insufficienza cardiaca si definisce congestizia quando, a causa dell’indebolimento dell’azione di pompaggio del cuore, il sangue rifluisce nelle vene e causa un accumulo di liquidi (detto edema) nei tessuti e negli altri organi.

In genere, l’insufficienza cardiaca è la conseguenza di una patologia cardiaca preesistente che, aggravandosi, indebolisce il cuore e riduce la sua capacità di pompare il sangue. I sintomi più comuni sono fatica, debolezza e affaticamento, tosse, nausea, difficoltà a dormire e gonfiore degli arti inferiori, soprattutto di piedi e caviglie.

Il trattamento dell’insufficienza cardiaca può prevedere la somministrazione di farmaci per intervenire sulle cause o procedure mediche e trattamenti chirurgici come il bypass coronarico, l’inserimento di un pacemaker o di un defibrillatore cardiaco e, nei casi più gravi, il trapianto di cuore.

L’insufficienza cardiaca è una condizione grave che può comportare seri rischi per la vita del paziente, ma con i dovuti accorgimenti, l’adozione di uno stile di vita sano, lo svolgimento di regolari controlli e l’assunzione regolare dei farmaci è possibile conviverci e vivere la propria vita.

Il contenuto fornito è solo a scopo informativo e non deve essere considerato un sostituto della diagnosi o del trattamento medico da parte di un professionista. Si sconsiglia l’autodiagnosi o il trattamento.

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Fonti e bibliografia

  1. Heart Failure (2022, MedlinePlus)
  2. Heart Failure: Diagnosis, Management and Utilization (2016, Journal of Clinical Medicine)
  3. What is Heart Failure? (2017, American Heart Association)
  4. Acute Heart Failure: Definition, Classification and Epidemiology (2017, Pubmed Central)
  5. Chronic Heart Failure: Contemporary Diagnosis and Management (2010, Pubmed Central)
  6. What Is Heart Failure? (2022, National Heart, Lung and Blood Institute)
  7. Heart Failure (2022, NHS)
  8. Heart Failure (HF) (2022, MDS Manual Professional Version)
  9. What is Heart Failure? (2022, Healthline)
  10. How Long Can You Live With Congestive Heart Failure? (2022, eMedicineHealth – WebMD)
  11. 2021 ESC Guidelines for the diagnosis and treatment of acute and chronic heart failure (2021, European Society of Cardiology)