Scompenso cardiaco: cos’è, sintomi e cause

15/03/2023

9 min

Cardiologia

Revisione scientifica dei contenuti a cura del dottore Lorenzo Benedetti.

Scompenso cardiaco: cos’è, sintomi e cause
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01. Cos’è lo scompenso cardiaco?

Lo scompenso cardiaco è una insufficienza cardiaca che si presenta nel momento in cui il cuore non è in grado di pompare in modo adeguato il sangue nell’organismo e di compensare questa anomalia. In caso di scompenso cardiaco, l’organo non si ferma, ma non lavora più in modo ottimale, diventa troppo debole e ha necessità di supporto per riprendere le sue normali funzioni. Questa disfunzione è più comune nelle persone anziane, ma si può presentare a qualsiasi età. Di solito non può essere curata, ma i sintomi possono essere tenuti sotto controllo per molti anni [1]. 

L’insufficienza cardiaca è un problema sanitario di primaria importanza a livello globale, con una prevalenza stimata di oltre 37,7 milioni di persone in tutto il mondo, dato presente in una ricerca scientifica del 2016 e citato in uno studio del 2022. Solo negli Stati Uniti, oltre 5,7 milioni di persone soffrono di scompenso cardiaco e sono circa 915.000 le nuove diagnosi [2]. 

02. Quali sono le differenze tra scompenso cardiaco cronico e scompenso cardiaco acuto?

Lo scompenso cardiaco può manifestarsi in forma acuta, se i sintomi si presentano rapidamente, o in forma cronica, con un decorso graduale, evolutivo e per stadi nell’arco di settimane o mesi [1]. Le due tipologie di insufficienza cardiaca sono spesso accomunate da sintomi come ansia, tachicardia e difficoltà respiratoria (dispnea). Nei casi più gravi, i pazienti presentano pallore e ipotensione [4].

Scompenso cardiaco acuto

Lo scompenso cardiaco acuto si manifesta in maniera rapida e colpisce persone con o senza precedenti problemi cardiaci [3,4]. I sintomi possono essere correlati a un infarto miocardico esteso, ad aritmie cardiache (fibrillazione atriale o tachicardia ventricolare) o anche a cause meccaniche, come per esempio una rottura di un muscolo papillare [4].

Scompenso cardiaco cronico

Lo scompenso cardiaco cronico si presenta invece lentamente, in modo graduale. In questo caso, il cuore si va via via indebolendo e, di conseguenza, non riesce a pompare adeguatamente il sangue nell’organismo. I sintomi di solito peggiorano contestualmente all’indebolimento del muscolo cardiaco [1]. 

03. Quali sono i sintomi dello scompenso cardiaco?

La maggior parte delle persone colpite da scompenso cardiaco presenta affaticamento e difficoltà respiratoria. In base alla rapidità con cui si manifestano i sintomi, e allo stadio della patologia, può essere necessario un ricovero ospedaliero [4,6].

I sintomi tendono a peggiorare a mano a mano che il cuore si indebolisce. Uno dei primi sintomi che il paziente può riscontrare è la mancanza di fiato nelle attività quotidiane semplici, come per esempio salire le scale. Più il cuore diventa debole e maggiore è la sensazione di spossatezza: alcune persone hanno il fiato corto anche da sdraiate, mentre fanno una breve camminata o si vestono [3]. 

Per il paziente risulta difficile comprendere la gravità di uno scompenso cardiaco prima dell’insorgenza dei sintomi e questo incide sulla tempestività con la quale si reca al Pronto Soccorso.

Oltre alla sensazione di stanchezza e alla difficoltà nel respirare, altri sintomi associati all’insufficienza cardiaca includono [1,7,8]:

  • edema delle caviglie (gonfiore caratteristico che compare per un accumulo di liquidi che tende a migliorare al risveglio mattutino e a peggiorare la sera);
  • gonfiore delle gambe; 
  • stordimento o svenimento.

Tali sintomi sono influenzati da diversi fattori [6]:

  • l’età del paziente;
  • il sesso;
  • lo stato occupazionale;
  • il momento della giornata;
  • il benessere psicologico.

04. Quali sono le cause dello scompenso cardiaco?

Le cause dello scompenso cardiaco derivano da diverse patologie e per questo non è semplice diagnosticare in tempo questa malattia. La letteratura scientifica evidenzia che lo scompenso cardiaco è spesso il risultato di una serie di problemi che colpiscono il cuore in contemporanea [1].

Lo scompenso cardiaco si può verificare in seguito a [1]:

  • malattia coronarica, causata dall’aterosclerosi, ovvero depositi di sostanze grasse che si accumulano nelle arterie coronarie che alimentano cuore e di conseguenza una quantità minore di sangue raggiunge il muscolo cardiaco. Questa condizione può causare angina o infarto. 
  • Ipertensione arteriosa, condizione patologica che mette a dura prova il cuore poiché il muscolo cardiaco deve compiere un grosso sforzo, al di là della norma, per mantenere alta la pressione arteriosa. Il cuore va in sofferenza e nel tempo l’ipertensione può portare a uno scompenso cardiaco.
  • Cardiomiopatie, patologie che colpiscono il muscolo cardiaco.
  • Valvole cardiache danneggiate a causa di malattie o infezioni (endocardite) o di un difetto presente dalla nascita.
  • Aritmie, problematiche che causano un battito cardiaco irregolare, inclusa la fibrillazione atriale.
  • Difetti cardiaci presenti dalla nascita che influenzano negativamente il funzionamento cardiaco in base alla loro severità. 
  • Malattie polmonari gravi, come la bronchite cronica, l’enfisema, la polmonite, le malattie professionali associate all’inalazione ripetuta di sostanze tossiche (pneumoconiosi), le apnee notturne e qualsiasi causa di ipertensione polmonare. 

A volte anche l’obesità, l’anemia, il consumo eccessivo di alcol o una tiroide iperattiva possono portare all’insufficienza cardiaca [1]. 

05. Come si diagnostica lo scompenso cardiaco?

Il medico è in grado di diagnosticare lo stadio dello scompenso cardiaco, da cui dipende la gravità della patologia, e per stabilire la diagnosi di scompenso cardiaco può richiedere [9,5]:

  • gli esami del sangue, per conoscere il quadro clinico del paziente e verificare alcuni valori che possono essere alterati durante l’insufficienza cardiaca, come per esempio il BNP (peptide natriuretico cerebrale) o anche gli elettroliti sodio e potassio. Gli esami del sangue possono anche mostrare il funzionamento del fegato e dei reni, cosa utile al fine diagnostico; 
  • un elettrocardiogramma (ECG), esame che registra l’attività elettrica del cuore per verificare la presenza di eventuali problemi, come per esempio una ipertrofia ventricolare sinistra, cosa per altro abbastanza frequente;
  • un ecocardiogramma, ecografia in cui le onde sonore vengono utilizzate per esaminare il cuore, mostrare una disfunzione e valutare le cause dello scompenso cardiaco, come le anomalie valvolari;
  • un test da sforzo, utile per slatentizzare (far emergere) condizioni fisiopatologiche che non si appaleserebbero se il cuore non fosse sotto sforzo e accelerato; 
  • una radiografia del torace, indagine utile per verificare se ci sono alterazioni dell’ombra cardiaca (se il cuore è più grande di quanto dovrebbe) o se è presente del liquido nei polmoni; 
  • un’angiografia coronarica per esaminare le arterie coronarie che alimentano il cuore e valutare la presenza di una possibile stenosi o ostruzione.

Per la maggior parte delle persone, l’insufficienza cardiaca è una condizione a lungo termine che non può essere curata. Tuttavia, il trattamento può aiutare a tenere sotto controllo i sintomi, possibilmente per diversi anni.

06. Come si cura lo scompenso cardiaco?

Come già menzionato, il trattamento dell’insufficienza cardiaca mira a controllare i sintomi il più a lungo possibile e a rallentare la progressione della patologia e il peggioramento delle condizioni del paziente. Conoscere lo stadio dell’insufficienza cardiaca aiuta il cardiologo a decidere i trattamenti più opportuni per il paziente [1].

Le modalità del trattamento dipendono dalla causa dell’insufficienza cardiaca e riguardano un trattamento [9,1]: 

  • non farmacologico, in cui si richiede al paziente di cambiare le sue abitudini e condurre uno stile di vita sano. Seguire una dieta equilibrata, non fumare e predisporre un programma regolare di riabilitazione cardiaca basato sull’esercizio fisico aiuta a ridurre il rischio di ammalarsi gravemente;
  • farmacologico, importante per contrastare il peggioramento del quadro clinico del paziente. Potrebbe essere necessario valutare l’assunzione di diversi farmaci, prima di trovare una combinazione che controlli i sintomi e non causi effetti collaterali. Farmacologicamente si può agire rilassando e dilatando i vasi sanguigni in modo da facilitare il lavoro del cuore, aumentando la forza del cuore e rallentandone la frequenza. Anche i diuretici ricoprono un certa importanza per ridurre il carico di lavoro al cuore e per ridurre la formazione di edemi. 

Il trattamento per lo scompenso cardiaco sarà necessario per tutta la vita.

07. Quanto si può vivere con scompenso cardiaco?

L’insufficienza cardiaca è una grave patologia evolutiva, di natura imprevedibile, e che di solito continua a peggiorare lentamente nel tempo [1].

La prospettiva di vita dipende da vari fattori, quali [10]:

  • la gravità delle condizioni del cuore; 
  • altre malattie o problemi di salute del paziente (diabete, anemia, malattia renale);
  • l’età della persona colpita da scompenso cardiaco.

I dati delle ricerche scientifiche hanno riportato una mortalità molto elevata nei pazienti con scompenso cardiaco acuto anche dopo il ricovero. Nonostante negli ultimi decenni sia stato dimostrato che diverse terapie mediche migliorano la sopravvivenza dei pazienti con insufficienza cardiaca, la mortalità dopo l’ospedalizzazione per scompenso cardiaco acuto è ancora molto elevata [2]. I dati del Regno Unito evidenziano tassi di mortalità ospedaliera di circa il 10%, con una mortalità a un anno del 30% nei pazienti ricoverati con scompenso cardiaco acuto. In Asia, il registro coreano dello scompenso cardiaco acuto ha riportato una mortalità a un anno del 18,2% [2]. Nell’insufficienza cardiaca cronica, la mortalità dipende dalla gravità dei sintomi e dalla disfunzione ventricolare e può variare dal 10 al 40%/anno [11]. 

Nonostante grazie alle terapie moderne la sopravvivenza dopo uno scompenso cardiaco si sia allungata, l’insufficienza cardiaca comporta un peggioramento graduale, con crisi di scompenso cardiaco grave che possono causare la morte del paziente. Il decesso può essere improvviso e senza un precedente aggravamento dei sintomi [11]. Pertanto, è difficile dare un’informazione precisa sul miglioramento della qualità della vita dopo uno scompenso cardiaco.

In sintesi

Lo scompenso cardiaco è una patologia grave che si verifica nel momento in cui il cuore non è in grado di fornire all’organismo una quota di sangue adeguata alle sue richieste.

È una insufficienza cardiaca che si può presentare come scompenso cardiaco acuto, se si manifesta rapidamente, oppure sotto forma di patologia ingravescente (scompenso cardiaco cronico), se tende a peggiorare nel tempo e porta a un graduale indebolimento del cuore. In entrambe le tipologie di scompenso cardiaco, i sintomi più comuni riguardano la difficoltà respiratoria e l’affaticamento anche a riposo. In base alla rapidità con cui si presentano i sintomi, e allo stadio della patologia, può essere necessario un ricovero ospedaliero. Tuttavia, la possibile mancata percezione dei sintomi da parte del paziente nelle fasi iniziali, potrebbe rende difficile un trattamento tempestivo.

Il trattamento per l’insufficienza cardiaca mira a controllare e rallentare la progressione della patologia. Il cardiologo valuta tra una cura farmacologica e un trattamento non farmacologico in base alla causa dello scompenso cardiaco.

Il contenuto fornito è solo a scopo informativo e non deve essere considerato un sostituto della diagnosi o del trattamento medico da parte di un professionista. Si sconsiglia l’autodiagnosi o il trattamento.

Sull'autore

Redazione Doctolib

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