Utero retroverso: cos’è, cause, sintomi, diagnosi, cura
21/12/2022
9 min
GinecologiaRevisione scientifica dei contenuti a cura della dottoressa Fernanda Gentile.

01. Che cos’è l’utero retroverso?
L’utero retroverso, osservabile in 20 donne su 100 [1] anziché essere inclinato in avanti, si presenta deviato all’indietro [3].
La posizione anatomica dell’utero viene definita con riferimento all’angolo di flessione tra l’asse vaginale, quello della cervice e del corpo uterino [3]:
- la relazione posizionale tra l’asse vaginale e cervicale è indicata come versione. Quando l’angolazione è diretta ventralmente (verso la parete addominale) si considera come antiversione (situazione più comune); se è rivolta all’indietro (verso il dorso), si parla invece di retroversione;
- l’angolo tra l’asse cervicale e quello del corpo uterino è definito flessione. Se l’angolo è in direzione ventrale, si è in presenza di antiflessione; se è orientato all’indietro, si parla di retroflessione.
La determinazione dell’esatta collocazione anatomica dell’utero influisce sulla possibilità di successo di interventi ginecologici come [3]:
- inserimento della cannula flessibile attraverso il collo dell’utero durante l’inseminazione intrauterina;
- posizionamento del manipolatore uterino (strumento che esamina l’interno della cavità addominale e delle pelvi dotato di fonte luminosa e sistema video) durante l’isterectomia laparoscopica e robotica per ridurre il rischio di perforazione;
- revisione della cavità uterina (curettage o raschiamento) praticata con l’impiego di uno strumento tagliente chiamato curette per la rimozione di masse anomale, frammenti di endometrio o residui del prodotto di concepimento praticata con l’impiego di uno strumento tagliente chiamato curette;
- inserimento del catetere per il trasferimento nel fondo uterino dell’embrione prodotto con tecniche di procreazione assistita basata sull’unione tra gameti femminili e maschili in laboratorio (fecondazione in vitro o “in provetta”).
La retroversione dell’utero può essere osservata in donne molto magre, più soggette a ptosi (prolasso o abbassamento) degli organi [4].
Si definisce primaria o congenita la deviazione anatomica dell’utero presente fin dalla nascita o assunta naturalmente durante lo sviluppo, e secondaria o acquisita quella determinata da anomalia della zona pelvica associata ad altre condizioni cliniche.
Anatomia dell’utero: breve accenno
L’utero è un organo muscolare spesso e piriforme situato al centro della pelvi, dietro la vescica e davanti al retto.
Viene supportato da legamenti (utero-ovarico, rotondo, largo, cardinale e uterosacrale) e sostenuto nella regione inferiore dai diaframmi pelvico e urogenitale e dal corpo perineale [1]. Durante l’età riproduttiva e fino alla menopausa, il corpo dell’utero (segmento anatomico principale) ha una lunghezza pari al doppio della cervice uterina [2], presenta un aspetto inclinato e una posizione antiflessa e antiversa. Questa posizione, osservabile nell’anatomia di 80 donne su 100 [1] non è l’unica a essere assunta dall’organo: l’utero può naturalmente presentarsi ruotato, soprattutto durante la gravidanza o avere una posizione retroversa e retroflessa [1].
02. Quali sono i sintomi dell’utero retroverso?
Quando l’utero è in una posizione retroversa/retroflessa può causare [4]:
- dolore pelvico e lombare;
- tensione e pesantezza addominale;
- dispareunia, dolore genitale percepito durante o dopo i rapporti sessuali;
- disturbi vescicali come incontinenza minore o ritenzione urinaria (incapacità di urinare o svuotare completamente la vescica);
- cefalea;
- tosse secca o nervosa;
- irritabilità;
- disturbi gastrici e intestinali tra cui emorroidi (vasi dilatati del plesso emorroidale nel canale anale) e stipsi;
- disagio nell’uso o difficoltà di inserimento di assorbenti interni (tamponi);
- incarcerazione uterina (compressione dell’utero nella cavità pelvica) durante la gestazione [3];
- dismenorrea (dolore mestruale).
La significatività della correlazione tra utero retroverso, dispareunia e dismenorrea è stata valutata attraverso punteggio della scala analogica visiva (VAS, Visual Analogue Scale) [3].
Il parametro, utilizzato per la misurazione dell’intensità del dolore soggettivamente percepito, corrisponde alla rappresentazione visiva dell’ampiezza del dolore avvertito su una linea predeterminata lunga 10 centimetri, con due estremità opposte corrispondenti a “nessun dolore” e “peggior dolore possibile”. L’intensificazione della sofferenza nella regione lombare si verifica durante il periodo premestruale e nei primi giorni delle mestruazioni, quando le contrazioni uterine possono essere più marcate [4].
In assenza di altre condizioni patologiche a carico dell’apparato riproduttivo, la deviazione anatomica non compromette la capacità di concepimento [4]. Nelle donne con retroversione uterina il decorso della gravidanza è sovrapponibile a quello osservato nella gestante con organo disposto in posizione antiversa.
03. Quali sono le cause dell’utero retroverso?
La retroversione dell’utero, quando non congenita, può essere causata dal rilassamento dei tessuti connettivi e dall’indebolimento dei legamenti pelvici durante la menopausa, quando l’utero inizia ad atrofizzarsi a causa della mancanza di stimolazione ormonale [1], oppure in seguito a manovre ostretico ginecologiche nel corso di parto o aborto [4].
La retroversione può essere conseguenza dell’aumento di volume dell’organo determinato da [1,4]:
- gravidanza, con ingrossamento uterino progressivo che raggiunge il livello dell’ombelico in 20 settimane e il margine inferiore della gabbia toracica in 36 [5];
- endometriosi, condizione cronica e benigna caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina;
- malattia infiammatoria pelvica, infezione polimicrobica del tratto genitale femminile superiore: cervice, utero, tube di Falloppio e ovaie;
- salpingite, infiammazione acuta o cronica che colpisce una o entrambe le salpingi (tube uterine o tube di Falloppio);
- adenomiosi, presenza di ghiandole endometriali e stroma della parete muscolare dell’utero che raddoppia o triplica il suo volume [6];
- fibromi, neoformazioni solide benigne che originano dal tessuto muscolare dell’utero;
- aderenze, formate da tessuto fibroso interposto tra alcuni organi addominali;
- tessuto cicatriziale derivato da interventi di chirurgia pelvica.
04. Qual è la diagnosi per l’utero retroverso?
La diagnosi dell’utero retroverso compete al ginecologo, che, nel corso della visita, valuta la sintomatologia riferita dalla paziente attraverso:
- anamnesi (raccolta di informazioni relative alla storia clinica della donna);
- palpazione e ispezione dei genitali esterni e interni;
- esami strumentali come ecografia pelvica, transvaginale o rettovaginale per evidenziare le dimensioni e la posizione dell’utero in relazione agli organi adiacenti all’interno della pelvi.
L’utero retroverso, quando diagnosticato mediante ecografia transvaginale a vescica vuota, risulta più comune nelle pazienti con problemi di uroginecologia: in uno studio australiano su pazienti colpite da prolasso di organi situati nella pelvi (utero, vescica, intestino), si è riscontrato che il 69% delle donne con prolasso uterino presentava una retroversione [7].
05. Qual è la cura per l’utero retroverso?
La retroversione uterina in assenza di sintomi o disturbi non richiede trattamento.
Qualora lo ritenga necessario, lo specialista interviene con [6]:
- manovre specifiche manuali per il riposizionamento dell’utero;
- isteropessi, intervento chirurgico finalizzato al riposizionamento dell’utero nella sede fisiologica; l’operazione può essere eseguita in laparoscopia (tecnica mininvasiva con l’introduzione nella cavità addominale, attraverso piccole incisioni cutanee, di un laparoscopio);
- inserimento, tra il fornice vaginale (fessura circolare a fondo cieco situata tra la parete del collo dell’utero e quella della vagina) e l’osso pubico, del pessario di Hodge, dispositivo protesico in gomma, plastica o silicone, finalizzato a sostenere l’utero, in caso di prolasso utero-vaginale;
- antidolorifici per il controllo del dolore mestruale;
- farmaci antibiotici mirati in presenza di cistite (infiammazione della vescica, in genere dovuta a infezione batterica);
- lassativi in caso di stipsi;
- terapia ormonale in pazienti con endometriosi;
- esercizi per rinforzare il pavimento pelvico ipotonico;
- isterectomia, rimozione chirurgica dell’organo, in gravi casi di retroversione uterina o nella cura dell’adenomiosi.
06. Quali sono le possibili conseguenze dell’utero retroverso?
Quando l’utero retroverso è conseguenza di altre condizioni cliniche possono verificarsi:
- prolasso dell’organo in età avanzata o dopo il parto [7];
- infertilità, sub-fertilità o difficoltà di concepimento in presenza di endometriosi [1,8];
- ciclo mestruale irregolare, associato ad adenomiosi [6];
- disturbi intestinali [1].
Nel puerperio (fase successiva al parto) le malposizioni dell’utero possono essere favorite da [4]:
- ripresa precoce della vita attiva;
- sforzi fisici;
- riposo prolungato con lunga degenza a letto.
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In sintesi
L’utero retroverso può essere una condizione anatomica primaria o congenita non patologica, presente sin dall’età dello sviluppo.
La retroversione uterina si riscontra in 20 donne su 100 e viene classificata come secondaria o acquisita quando è dovuta a indebolimento dei legamenti pelvici che sostengono l’organo o causata da processi infiammatori acquisiti. Alcune patologie, come l’adenomiosi o la presenza di un fibroma, possono comportare un aumento di volume dell’utero, causandone una retroversione da sottoporre a parere medico: in caso di disturbi significativi, lo specialista in ginecologia propone un intervento chirurgico di isteropessi per riportare l’organo in posizione corretta.
La deviazione anatomica può essere del tutto asintomatica, presentare lievi sintomi e non costituire un problema per la salute della donna, oppure comportare una intensificazione dei dolori lombari, premestruali e mestruali.
Talvolta l’utero retroverso è associato a dispareunia, cefalea, sensazione di peso a livello addominale, disturbi vescicali o intestinali.
Nelle donne con retroversione uterina non si rilevano maggiori difficoltà di concepimento, superiore rischio di aborto o compromissione nello sviluppo del feto.
Il contenuto fornito è solo a scopo informativo e non deve essere considerato un sostituto della diagnosi o del trattamento medico da parte di un professionista. Si sconsiglia l’autodiagnosi o il trattamento.
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Fonti e bibliografia
- Anatomy, Abdomen and Pelvis, Uterus (2022, M.A. Ameer, S.E. Fagan, J.N. Sosa-Stanley, D.C. Peterson. NIH, National Library of Medicine)
- Organi genitali femminili interni (2022, J.E. McLaughlin, Medical University of South Carolina)
- Value of vaginal cervical position in estimating uterine anatomy (2017, U. Fidan, U. Keskin, M. Ulubay, M. Öztürk, S. Bodur, Wiley Online Library)
- Ho l’utero retroverso, mi devo preoccupare? (2013, Fondazione Umberto Veronesi)
- Cambiamenti fisici durante la gravidanza (2021, R.A. Mittelmark, Saint Louis University School of Medicine)
- Adenomiosi (2021, C.C. Kilpatrick, Baylor College of Medicine)
- The retroverted uterus: ignored to date but core to prolapse (2006, B.T. Haylen, NIH, National Library of Medicine)
- Endometriosi (2022, Ministero della Salute)