Perdite rosa: cosa sono, cause, quando andare dal ginecologo

23/01/2023

10 min

Ginecologia

Revisione scientifica dei contenuti a cura della dottoressa Fernanda Gentile.

Perdite rosa: cosa sono, cause, quando andare dal ginecologo
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01. Cosa sono le perdite rosa?

Le perdite rosa sono piccole fuoriuscite ematiche o secrezioni vaginali che si manifestano tra un ciclo e l’altro e possono essere associate al termine spotting (macchiare), utilizzato in ambito ginecologico [3]. 

Le perdite rosa possono essere normali (innocue), dovute a cambiamenti ormonali fisiologici, o possono derivare da un’infiammazione della vagina (vaginite), che spesso si associa a infezione, coinvolgendo a volte anche la zona genitale (vulva) [4].  

La secrezione vaginale normale non ha odore, può essere anche bianca lattiginosa o fluida e trasparente. Viene modulata dai cambiamenti fisiologici dei livelli di estrogeni [4] e si può verificare nelle seguenti situazioni: 

  • durante il ciclo mestruale: pochi giorni prima del rilascio dell’ovulo dal follicolo (durante l’ovulazione), il muco vaginale si rivela più abbondante e fluido. Senza lo stimolo adeguato del progesterone, le perdite possono essere maggiori;
  • alcuni mesi prima che si verifichi il menarca (prima mestruazione);
  • nel corso della gravidanza;
  • in seguito all’assunzione di farmaci contenenti estrogeni o che ne aumentino la produzione (trattamenti dell’infertilità, procreazione medicalmente assistita);
  • dopo la nascita del bambino: nelle neonate per una o due settimane dopo il parto, in seguito all’esposizione in utero agli estrogeni materni [4].    

La secrezione viene considerata anomala quando è:

  • più abbondante rispetto al solito;
  • più densa;
  • purulenta;
  • bianca e grumosa;
  • grigia, verde, gialla o con striature di sangue;
  • maleodorante;
  • associata a prurito, bruciore, eruzioni cutanee o indolenzimento [4]. 

Nel dettaglio, durante tutto il ciclo mestruale è normale avere delle perdite vaginali senza la presenza di prurito o bruciore. L’ambiente della vagina non è sterile, ma contiene al suo interno una flora batterica utile a mantenere la sua acidità (pH acido) e un ambiente protetto da agenti esterni [1]. 

L’epitelio vaginale normalmente è colonizzato da varie specie batteriche (per la maggior parte lattobacilli, batteri anaerobi e aerobi) che attraverso meccanismi di competizione biologica e mantenendo il pH vaginale fisiologico (compreso tra 3,8 e 4,4 [2]), difendono la vagina dalle infezioni. Di conseguenza, i fattori che influenzano la fisiologica produzione di fluido vaginale sono diversi. Le perdite vaginali possono variare nella stessa donna nel tempo e da un ciclo all’altro [2].

02. Quali tipologie di perdite rosa esistono?

Le perdite ematiche atipiche femminili, definite anche spotting, si possono verificare in due tipologie:

  • intermestruale: le perdite si manifestano fuori dal periodo mestruale e in varie fasi della vita della donna (prepubertà, adolescenza, età fertile, gravidanza e post-menopausa). Le perdite durano circa quattro giorni [5] sotto forma di gocciolamento, emorragie associate a coaguli di sangue con perdite di sangue marrone o di colore rosso scuro. La mancata produzione di ormoni della menopausa può provocare atrofia negli organi genitali causando sanguinamento in seguito a rottura di capillari [3]; 
  • dopo i rapporti sessuali: a seguito di lesioni [5,6].

Le perdite rosa possono essere un sintomo precoce di una patologia che coinvolge vagina, collo dell’utero e corpo dell’utero (mucosa endometriale o parte muscolare) [6]. 

03. Quali sono le cause delle perdite rosa?

Le cause di perdite rosa sono molteplici; quelle riscontrate comunemente sono infezioni o infiammazioni:

  • dovute a batteri provenienti dal tratto digerente alla zona genitale: possono verificarsi in caso di scarsa igiene;
  • derivate da agenti chimici presenti nei prodotti usati per l’igiene intima;
  • causate da oggetti estranei (pezzi di carta igienica o giochi erotici) inseriti nel condotto vaginale (la secrezione può contenere limitate quantità di sangue) [4].

Le perdite ematiche nella donna incinta possono verificarsi dopo il concepimento (una volta che l’ovulo viene fecondato avviene l’impianto dell’embrione nel rivestimento uterino che ne permette il nutrimento) o possono rappresentare un segnale d’allarme nel primo trimestre, in seguito a un aborto spontaneo o a una gravidanza ectopica (fuori dall’utero) [12]. 

Lo spotting può, infine, essere causato da fibromi, polipi endometriali o cervicali, neoplasie del collo dell’utero (rappresenta uno dei primi sintomi del tumore dell’endometrio) o dell’ovaio che, in fase iniziale, spesso comportano perdite ematiche. 

Infezioni

Le infezioni vaginali vengono limitate dai batteri lattobacilli (protettivi), che vivono nella vagina e ne mantengono la normale acidità: quando essa si riduce, i batteri che garantiscono protezione possono diminuire causando una maggiore crescita di batteri nocivi. Il rischio di infezioni, può essere determinato da diversi fattori:  

  • uso di antibiotici, che, attraverso il principio attivo, riducono il numero di lattobacilli;
  • sangue mestruale o sperma nella vagina;
  • frequenti irrigazioni tramite lavande vaginali che possono ridurre l’acidità della vagina;
  • gravidanza, il PH vaginale si altera favorendo la proliferazione di lieviti;
  • diabete mellito (malattia cronica che impedisce all’organismo di ricevere una quantità di glucosio, zucchero, adeguata);
  • tampone interno dimenticato, favorisce un ambiente umido per la proliferazione dei batteri [4].

Le principali infezioni vaginali sono la candida e la vaginite batterica.

La candida induce prurito o bruciore alla vagina e alla vulva, in particolare durante il rapporto sessuale in cui la zona genitale appare arrossata e gonfia. Le secrezioni possono essere chiare (bianche), dense, simili a ricotta e peggiorare nella settimana precedente il ciclo mestruale.

La vaginite batterica può causare prurito, bruciore, dolore quando si urina e durante i rapporti sessuali, sanguinamento e secrezioni abbondanti di colore differente rispetto a quello presente normalmente. Si possono riscontrare perdite dense, bianche e compatte, inodori, oppure liquide, di colore giallo, grigio, verde dall’odore forte e sgradevole [1].

Le infezioni a trasmissione sessuale che possono indurre perdite ematiche sono:

  • gonorrea: perdite di colore verde o giallo dalla vagina (o dal pene), bruciore durante l’emissione di urine, perdite di sangue tra un ciclo mestruale e l’altro [9];   
  • herpes simplex: lesioni cutanee dolorose precedute da prurito e bruciore e seguite da una sottile crosta giallastra [10];
  • clamidia: i sintomi possono essere limitati, assenti o apparire come frequente stimolo alla minzione, minzione dolorosa, secrezione di muco giallo e pus dalla vagina, possibile dolore durante i rapporti sessuali [7,11];
  • vaginite da Trichomonas: si possono manifestare bruciore e prurito ai genitali oltre a perdite vaginali rosa o giallastre, schiumose e maleodoranti [7,8].

Infiammazioni 

Dopo la menopausa la donna può presentare secrezioni vaginali rosate a causa del calo dei livelli di estrogeni, che rende le pareti della vagina più sottili. In questo caso, è maggiore la probabilità di irritazioni e infiammazioni, alla base di secchezza vaginale, dolore durante il rapporto sessuale, urgenza urinaria e infezioni delle vie urinarie [4].

I prodotti che, entrando in contatto con la zona genitale (a qualsiasi età), possono provocare secrezioni ematiche sono: 

  • deodoranti intimi;
  • profumi;
  • assorbenti e salva-slip;
  • detersivi;     
  • ammorbidenti;
  • spermicidi;
  • creme per la lubrificazione vaginale;
  • diaframmi;
  • anelli di gomma (pessari);
  • preservativi in lattice (nel caso di allergia) [4]. 

04. Quando rivolgersi al ginecologo in caso di perdite rosa?

La donna che presenta secrezioni anomale può rivolgersi al medico ginecologo per una visita, soprattutto se riscontra:

  • febbre;
  • brividi;
  • dolore pelvico e addominale (crampi);
  • perdite di sangue (in modo prevalente dopo la menopausa);
  • feci nelle secrezioni vaginali;
  • febbre o secrezione gialla o verde con odore di pesce nelle bambine [4]. 

05. Qual è la diagnosi per le perdite rosa?

Il medico, al fine di individuare il motivo della perdita vaginale, deve stabilirne l’origine. Per una diagnosi corretta, conduce l’esame obiettivo (concentrandosi sulla zona pelvica) e l’anamnesi.

La richiesta di informazioni riguarda le caratteristiche delle secrezioni e la periodicità della loro comparsa in particolare:

  • peculiarità dell’odore e dell’aspetto;
  • manifestazione in seguito ai rapporti sessuali (dispareunia, dolore accusato nell’area vaginale al momento della penetrazione); 
  • concomitanza con le fasi dei cicli mestruali;
  • presenza di ulteriori sintomi come il prurito (localizzato sulle grandi labbra o interno) [4,7].

Se la causa non è evidente, il medico [3,4]:

  • effettua il prelievo di un campione di secrezione dalla vagina o dalla cervice uterina utilizzando un tampone di cotone e, attraverso l’esame microscopico e colturale individua i microrganismi alla base delle infezioni; 
  • richiede dei test di laboratorio per la rilevazione di patologie come gonorrea e clamidia; 
  • effettua il prelievo di cellula dal tessuto per il Pap-test;
  • esegue un’ecografia transvaginale per escludere cisti, neoformazioni, miomi uterini e verificare la presenza di patologie endometriosiche (dell’endometrio) come polipi, iperplasia e neoplasie; 
  • se necessario, esegue una biopsia (prelievo di una parte di tessuto per analizzarla);
  • valuta la necessità di un’isteroscopia (procedura che permette di osservare l’interno dell’utero e verificare la presenza di anomalie) [4].

06. Qual è il trattamento per le perdite rosa?

Il trattamento viene effettuato in base alla tipologia della causa delle secrezioni vaginali. In caso di sintomi moderati o gravi, si può ricorrere ai farmaci: corticosteroidi o antistaminici orali che possono alleviare il prurito. Se la diagnosi è un’infezione vaginale (vaginosi batterica, vaginite o Trichomonas), è necessario ricorrere a farmaci antimicotici inseriti in vagina o assunti oralmente [4].

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In sintesi

Le perdite rosa consistono in lievi perdite ematiche o secrezioni vaginali che si manifestano tra un ciclo mestruale e l’altro. Possono essere di natura fisiologica nella vita di una donna o sintomo di un problema relativo alla salute femminile. 

Si possono verificare due tipologie di spotting: intermestruali o a seguito di lesioni durante i rapporti sessuali (per rottura di piccoli vasi sanguigni).  

Il fenomeno può essere dovuto a infezioni di tipo vaginale (candida, vaginite batterica) e a trasmissione sessuale (gonorrea, herpes simplex, clamidia, vaginite da Trichomonas), o a infiammazioni derivanti da batteri, agenti chimici, oggetti estranei (introdotti nella vagina). 

Può accadere che la donna presenti secrezioni vaginali rosate dopo la menopausa a causa del calo dei livelli di estrogeni che rendono le pareti della vagina più sottili e secche.

Il ginecologo effettua un’accurata anamnesi e un esame obiettivo (concentrandosi sulla zona pelvica), al fine di individuare la causa della perdita vaginale ed effettuare una diagnosi corretta.

I trattamenti o le cure adottati variano in base all’origine delle secrezioni vaginali.

Il contenuto fornito è solo a scopo informativo e non deve essere considerato un sostituto della diagnosi o del trattamento medico da parte di un professionista. Si sconsiglia l’autodiagnosi o il trattamento. 

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Fonti e bibliografia

  1. Vaginite (2020, ISSalute)
  2. Vaginiti e microbiota vaginale (2014, Società italiana di medicina generale)
  3. Perdite tra un ciclo mestruale e l’altro (2016, Corriere della Sera)
  4. Secrezione vaginale (2022, David H. Barad, MSD)
  5. Il parere della ginecologa sullo spotting (2022, il Giornale.it)
  6. Spotting, o perdite ematiche atipiche femminili: cosa sono e quale è il percorso diagnostico (2021, Emergency)
  7. Vaginal Discharge (National Library of Medicine)
  8. Tricomoniasi (2018, Istituto Superiore di Sanità)
  9. Gonorrea (2018, ISSalute)
  10. Infezioni da herpes simplex virus (2021, Kenneth M. Kaye, MSD)
  11. Infezioni da clamidia e altre infezioni non gonococciche (2021,Sheldon R. Morris, MSD)
  12. Sanguinamento vaginale all’inizio della gravidanza (2021, Robert P. Heine, MSD)